Quattro secoli di storia dell'Orologio del Duomo di Montagnana

di Antonio Borin, tratto da Note di Storia Montagnanese

Il Quadrante dell'Orologio Fu desiderio espresso dai Montagnanesi ancora al sorgere del Duomo (1431) quello di avere un orologio da inserire armonicamente nello sviluppo compositivo della costruzione. Infatti il foro circolare in cui è alloggiato il quadrante attuale (1798), sembra essere contemporaneo alla costruzione del monumento. Troviamo una conferma nella relazione sullo stato dei lavori per la costruzione del nuovo tempio, stesa dal vescovo Barozzi in occasione della sua visita pastorale del 2 novembre 1489: "et coclea quae dat agere ad astra per quam ascendit ad orologj locum".

Il primo documento che ci dà precise notizie sull'installazione di un nuovo orologio "azzonta al vecchio" lo rilevai da un resto mezzo bruciato del Libro dei verbali della nostra Comunità, che porta la data 23 luglio 1563, il che giustifica l'ipotesi che precedentemente a questa data ne esistesse un altro, il primo, forse installato all'epoca della consacrazione del tempio (1502). L'incaricato alla sorveglianza e manutenzione dell'orologio è Zuane Farina, che, nella sua supplica rivolta alla Comunità, così si esprime: "Potessero ben sapere lor signori quanta fatica sia aggionta per il servizio al novo orologio che azzonta al vecchio, devo ascendere e discendere, due, tre, quattro volte al dì io e mio filio; vi chiedo di darme ducati quattordese all'anno se degneranno far nostre per la fatica, ma anco per l'amor d'Iddio" .

Nel 1479 venne fusa una campana che, unica sul duomo, deve esser servita ai primi tocchi delle ore che l'orologio segnava. Essa fu trasportata sul Palazzo Municipale nel 1791, quando sul duomo fu installata la nuova meridiana. Il 24 luglio 1595, la nostra Comunità stende un contratto con Francesco de' Rologi in Padova, nel quale si chiede di "… accomodar la parte del tempo, cioè le due rode et non son giuste, item la gusella del tempo, et riempire i busi della detta gusella, item per la parte del battere accomodarla e accorciarle i denti et oltre le predette cose, fare tutto quello che sarà necessario con l'obbligo del sig. Francesco di aver finito l'opera e dar l'orologio perfettamente accomodato in modo che battino l'ore, in termine di quindici giorni".

Il 26 agosto 1605, tra la Comunità e Paolo Mazzolari, abitante in Padova, via S. Daniele, viene steso il contratto di commissione per "… acconciare e accomodare perfettamente l'orologio della pieve nostra, facendole prima di tutto la roda de novo che gira il naso, sì il galetto che indicava l'hore su li rocheli fruati sul fuso del tempo restringendo li fori delle rode et restringendo li denti dei queste". Per questo lavoro la Comunità pagò le spese di trasporto dello orologio a Padova e il vitto per il Mazzolari. Molte riparazioni si susseguirono nel tempo. Un certo Galeazzo rilascia ricevuta per aver riparato l'orologio il 3 agosto 1622. Altra riparazione nel 1641 . Il 29 agosto 1644, Ottavio Storni ripara l'orologio (riparava anche le "rode da molin"!). Angolo Carlesso di Padova ripara l'orologio il 20 giugno 1658; la descrizione dettagliata è riportata nel verbale della nostra Comunità.

La Campana del primo OrologioCome si è detto, l'attuale quadrante è del 1798 ; ma prima com'era? Giovanni Riedel (di origine tedesca), pittore di Legnago, il 3 settembre 1658 fa un contratto con la Comunità per pitturare la parte esterna che contorna l'orologio, nel quale dichiara d'impegnarsi "… di affrescar in tutte le sue parti con boni colori il frontespizio di sopra l'occhio della chiesa ove è la rosa e mostra dell'hore, et al presente s'attrova deturpata e guasta per la lunghezza del tempo al cui effetto sarà smaltato il frontespizio da homo (onesto, N.d.A.), come li patti: "che il medesmo sii obbligato pingere di color negro la mostra attorno alla finestrella ove riva il sol alla osa, il rimanente sino al cerchio che mostra l'hora ove giunge la porta del speron (') tutto di color turchino, stellato d'oro che le sarò consegnato dalla comunità, et la rotondità del cerchio in campo bianco con li numeri negri e cerchi rossi, il rimanente della fazzada sarà con l'adornar il cerchio predetto con un feston di iori e frutta, e spicchino a una colonna per banda di sopra le due arme che s'attrovano ora, quella del signor podestà e quella della comunità. Tutto sarà a sue spese et con suoi colori, eccettuato l'oro per le stelle che le sarà consegnato come sopra; obbligandosi di conservar essa pittura per tre anni, il tutto pagato con ducati 28 in tre rate". Nel 1660, riparatore del nostro orologio è Urban Serena di Venezia. A seguito di un'istanza presentata dai cittadini nel 1669, la Comunità incarica Domenico Romanato di Padovani riparare l'orologio. Un Carlo Romanato lo ripara poi negli anni 1672 e 1678 (lavoro seguito da collaudo).

A seguito di così ripetute riparazioni, la Comunità nostra delibera nel 1685 di assumere come salariato fisso un operaio capace di riparare orologio e organi. Ma, ormai, gli anni e le continue riparazioni hanno reso inservibile il vecchio orologio, tanto che la Comunità, con delibera consiliare del 28 maggio 1789, incarica la ditta Rodella & Tessarolo di Padova di costruirne un secondo con la tecnica più avanzata del tempo, "… attrovandosi in sommo sconcerto e disordine l'orologio della comunità esistente sulla fabbrica del duomo e perché serva di comodo alla popolazione e di maggior decoro di questa terra". Messa ai voti la proposta passò con 30 voti contro 12. Nello stesso anno viene steso un contratto con la ditta Colbacchini di Bassano del Grappa per la fusione di tre campane per la suoneria del nuovo orologio, in cui si chiede che esse "… siano armoniche e di metallo fino, cioè di stagno del restello e rame di roaretta (?), adatte ad esser battute o percosse con martello, la prima peserà libbre 600 e le altre due di peso proporzionato, ad una voce terza e quinta dalla prima".

Il Vecchio Orologio Il 4 giugno 1791 il nuovo orologio era già funzionante e il vecchio logoro e malandato, per ordine della Comunità fu ripassato e rimesso a funzionare a opera dello stesso Rodella. "Sia aggiustato il vecchio orologio e posto sul campanile di S. Francesco per maggior ornamento e decenza della Patria, e adattato alla campana maggiore". Alla stessa data, il Rodella scrive alla Comunità: "… persuaso dell'aggiustatezza degli orologi fatti per questa comunità, senza alcun debito e per puro tratto di esuberante mia onestà, esibisco con la mia soprintendenza, di garantire in vita i predetti orologi da me fatti, specialmente quello ad equazione di latitudine posto sul duomo. Esibisco finalmente di sovrintendere al disegno che esprima individuatamene la macchina dell'orologio ad equazione e specialmente li movimenti che in sé contiene e dare di tutto una distinta istruzione in scritto a lume de' posteri".

Il meccanismo della meridiana doveva suonare (e suonava), i suoi 33 tocchi per tre volte alla levata del sole, a mezzogiorno, al tramonto e a mezzanotte. La scatola circolare che conteneva il meccanismo è scomparsa da parecchio tempo, però il cav.Quirino Morgante lo riprodusse in un disegno nel 1915: essa misurava cm. 25,5 di diametro; sopra vi erano lo stemma di Montagnana, il nome del podestà e dei deputati, il nome della ditta costruttrice e l'anno di costruzione. Anche l'orologio del Rodella giunse al termine della sua corsa durata 182 anni e, il 20 dicembre 1973, la Giunta comunale (Sindaco Faggionato), deliberava di affidare alla ditta Melloncelli di Sermide la costruzione di un moderno orologio elettronico, il cui costo fu di £. 1.500.000, con la garanzia di anni 5.


Immagini Fotostudio Dal Pra'